ACQUACOLTURA E AMBIENTE: BUONISSIME NOTIZIE!
L'acquacoltura in Italia è un settore molto sviluppato e come nel resto del mondo, presenta in modo più o meno pronunciato, ripercussioni a livello ambientale. Nonostante l'opinione pubblica italiana non sia stata particolarmente sensibilizzata riguardo questo argomento, in altre nazioni come per esempio il Canada, questa connessione è al centro di numerosi dibatti. Ma prima di approfondire l'argomento “acquacoltura e ambiente”, è bene fare una panoramica su quale sia la connessione tra “acquacoltura e biologia marina”.
I punti di connessione ci sono, sono parecchi e di diversa natura. Innanzi tutto, la possibilità di crescere una qualsiasi specie ittica in cattività presuppone la conoscenza del suo ciclo vitale in ogni aspetto biologico ed ecologico (altrimenti come faremmo a sapere cosa dare da mangiare ai nostri pesci in allevamento, o a sapere se questi stanno crescendo nella maniera corretta ed equilibrata come natura comanda?). Un altro aspetto importante da considerare, è che la conoscenza accurata e approfondita del ciclo vitale della specie può permettere di migliorarne ed incrementarne alcune parti del ciclo vitale più delicate di altre, permettendo quindi un aumento della quantità prodotta e mantenendone al tempo stesso la qualità. Un ulteriore legame tra ricerca biologica e acquacoltura, che in Italia è assolutamente sottostimato, ricade nell'ambito della protezione delle risorse naturali. Un corretto controllo biologico dei pesci allevati, cosi come un adeguato controllo dell'impatto biologico che gli allevamenti possono potenzialmente avere sulle risorse ambientali circostanti gioca un ruolo centrale nel permettere a tale attività di essere svolta nel completo rispetto dell'ambiente.
Oggigiorno, poiché gli stock ittici di tutto il mondo sono in forte calo, è indispensabile diminuire la pressione di pesca, e concentrarsi sulla possibilità di ottenere proteine pregiate da pesce d'allevamento. É questo il motivo fondamentale per cui l'acquacoltura è data come una delle attività in più forte crescita nei prossimi decenni; ed è per questo che diventa necessario, ora più che mai, un maggior sforzo di ricerca e controllo di questa pratica in forte aumento.
Un recente avvenimento, che appunto riguarda il Canada, è in grado di farci capire meglio qual è l'aspetto pratico di quello che è appena stato scritto.
Nello stato Canadese, l'argomento “allevamenti di salmoni e difesa degli stock naturali” è al momento molto caldo. Le spettacolari migrazioni dei salmoni, dal mare ai letti dei fiumi, per potersi riprodurre negli tessi posti dove loro stessi un tempo nacquero, sono andate tristemente e sensibilmente diminuendo negli ultimi decenni. Allo stesso tempo però, è andato crescendo l'allevamento dei salmoni in gabbie a mare per sopperire alla mancanza di pesce di origine naturale. Diversi gruppi ambientalisti hanno sollevato clamorose proteste contro questi allevamenti, sostenendo attivamente che l'alto carico di pidocchi di mare trasportati dai salmoni d'allevamento avrebbe avuto un'influenza assai negativa sui già esili stock di salmoni rimasti.
Tale convinzione veniva sostenuta in modo piuttosto attivo: tra le trovate pubblicitarie delle campagne contro gli allevamenti si annoverano episodi come lo scarico di pesci morti alle porte delle compagnie interessate, manifestazioni di massa, tizi travestiti da salmone che molestavano i clienti all'entrata degli esercizi commerciali. La campagna è stata assolutamente effettiva sull'opinione pubblica. Ma si è forse avverata la profezia secondo la quale l'allevamento intensivo del salmone avrebbe completamente annientato i pochi salmoni rimasti?
Al momento in Canada, ogni tv, giornale o canale radio sta trasmettendo la notizia che la bellezza di 25 milioni d salmoni Stockeye (Oncorhynchus nerka, Walbaum, 1792) sta risalendo il fiume Fraser per riprodursi, il più grosso ritorno degli ultimi 100 anni. La notizia della crescente presenza di stock di salmoni in buona salute iniziò lo scorso anno, e riguarda entrambe le coste canadesi.
La stima da parte della Pacific Salmon Commision, è che entro fine stagione, più di 30 milioni di salmoni avranno risalito il fiume per deporre le uova.
E ancora, secondo la Atlantic Salmon Federation, quest'anno i ritorni di salmoni su entrambe le coste canadesi hanno battuto tutti i record, con diversi fiumi che stanno sperimentando le più grosse migrazioni degli ultimi decenni.
Questa notizia è importantissima su diversi livelli. Per prima cosa, dimostra in maniera inequivocabile che un'acquacoltura responsabile può coesistere pacificamente con l'ambiente e le sue risorse. Inoltre prova che la diminuzione della pressione da parte della pesca sugli stock ittici può realmente aiutarne il recupero.
Questo evento deve godere di massimo rilievo perché, mentre la pressione sugli stock ittici di tutto il mondo continua ad aumentare, le Nazioni Unite prevedono un aumento della domanda di pesce a livello mondiale di 40 milioni di tonnellate entro il 2030. Inoltre un report della Food and Health Organization e della World Health Organization, sottolinea le implicazioni negative che la mancanza di pesce nella dieta comporta per cuore e cervello. Un'adeguata quantità di pesce nell'alimentazione abbassa il rischio di morte per problemi di cuore nei soggetti con malattie cardiache regresse, e durante la gravidanza, abbassa il rischio di un scorretto sviluppo del cervello nel neonato. La Pubblica Biblioteca delle Scienze infine, annovera una scarsa quantità di pesce nella dieta come al secondo seconda tra le cause di morte causata da una errata alimentazione, subito dopo l' eccessivo consumo di sale.
In conclusione, l'acquacoltura è un'attività profondamente legata a diversi aspetti che ci riguardano da vicino nella vita di tutti i giorni, la sua corretta gestione è indispensabile per una sua pacifica coesistenza con le risorse naturali. É anche un'attività in forte espansione che può veramente fare la differenza nella qualità della vita. Diventa indispensabile promuovere e favorire la ricerca biologica e la formazioni di figure specializzate in tale ambito, soprattutto in Italia, dove questo aspetto è totalmente trascurato. Un piccolo cambiamento nell'approccio alla gestione di questa attività potrebbe veramente fare la differenza a livello di qualità ambientale e a livello di produzione, permettendo al nostro Paese non solo di aumentare le entrate, ma di farlo in maniera sostenibile, in perfetta armonia con l'ambiente.
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Prima Pubblicazione 31 Lug 2006 - Le immagini dei Collaboratori detentori del Copyright © sono riproducibili solo dietro specifica autorizzazione.
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